La coppia

                                                         Come si forma la coppia


Melanie Klein (1946) ha contribuito notevolmente alla spiegazione delle modalità patologiche di gestire l'ansia e delle complesse funzioni mentali, attraverso il concetto di Identificazione proiettiva.
Ma che cos'è nello specifico?
L'Identificazione proiettiva è un meccanismo di difesa utilizzato dalla nostra mente per "PROIETTARE" parti di sè (generalmente negative) sull'altro, fino a che queste diventino parte integrante dell'altro. 
In realtà, attraverso questo meccanismo, ci si illude di eliminare quelle parti di cui neghiamo l'appartenenza, "riversandole" inconsciamente, sull'altro.
Questo meccanismo di difesa ha diverse funzioni: permette di separarci da quelle parti che non accettiamo; di espellere quegli aspetti di sè per farle provare all'altro come vendetta; di controllare dal di dentro l'altro, evitando il vissuto di "separazione" da lui.
E cosa effettivamente, avviene?
Escludiamo dalla coscienza, le emozioni negative e dolorose caratteristiche della relazione a due quali la separazione, l'ammirazione, l'invidia. E' questo un meccanismo perverso della coppia che vive una relazione sadomasochistica.
Ma la proiezione può anche essere "positiva", come sottolinea Bion.
In questo modo, l'altro ha la funzione di "contenitore" e la relazione assume caratteristiche del "contenuto-contenitore". Naturalmente in termini emotivi.
Altri Autori (Bordi, 1985) hanno attribuito un significato di circolarità a tale concetto: non è solo il soggetto "agente" ad investire sull'altro, ma anche il soggetto "investito".
Quest'ultimo risponde con modalità analoghe e contrarie.
Le relazioni intime hanno quindi, la funzione narcisistica di mantenimento di un equilibrio interno.
Dicks (1967) sostiene l'ipotesi, secondo la quale, si sceglie il partner in riferimento a due diverse funzioni:
- la scelta per complemento
- la scelta per contrasto
La prima comporta la proiezione reciproca dell'immagine interna del genitore dello stesso sesso, la seconda è, invece, in contrasto con l'immagine investita (desiderata) del genitore.
Il legame inconscio che si stabilisce tra i due determina il costituirsi di un processo simbiotico o collusivo.
La collusione ha la funzione fondamentale di proteggere l'illusione che ha determinato la scelta del partner.
Se almeno un partner possiede un elemento di incastro ai bisogni relazionali dell'altro, ha probabilità di arrivare col compagno, fino alla collusione.
Tale modalità si mantiene nel tempo, anche se il partner cambia.
Il partner/contenitore deve essere però, idoneo ad accogliere tale proiezione. 
In una relazione sana,  questa modalità, permette all'adulto di separarsi e di riappropriarsi di quelle parti di sè che vengono affidate all'altro (cioè proiettate) permettendo altresì, di non perdere quelle parti, ma di riceverne un ritorno.

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                                       La Procreazione Medicalmente Assistita

La procreazione medicalmente assistita è il procedimento attraverso cui si trattano gli ovociti umani, spermatozoi ed embrioni per ottenere una gravidanza.
Queste tecniche consistono nella inseminazione omologa, nella fecondazione in vitro ed il trasferimento dell’embrione, dei gameti, degli zigoti, la crioconservazione dei gameti e degli embrioni.
Molte coppie ricorrono a questi interventi quando non riescono a concepire figli naturalmente, nonostante siano fisicamente sani.
Si parla di infertilità primaria se, dopo un anno (o più) di tentativi di concepimento, non c’è stato alcun esito positivo.
L’infertilità secondaria insorge invece, se dopo una gravidanza coronata da successo, i due partner non riescono più ad avere figli. Queste definizioni prendono spunto da una ricerca di Whitelaw che nel 1960, realizzò uno studio su di un campione omogeneo negli Stati Uniti: il 56% delle coppie sane concepiva entro il I mese di rapporti sessuali; il 78% entro il VI mese e ben l’86% concepiva entro il XII.
Secondo la Bydlowsky (2003) i fattori che ostacolano la gravidanza, sono da attribuire ad un’organizzazione inconscia difensiva contro tale eventualità.
Questa esperienza di perdita, di vuoto, di “trauma” legata all’incapacità di ottenere una gravidanza, viene spesso ottemperata dalla ricerca di un tentativo “assistito” di ottenerla. Ed in esso, si riversano tutte le speranze della coppia.
Alcune volte, capita che il progetto di fecondazione non vada a buon fine ed i partners abbiano nuovamente degli esiti fallimentari, soprattutto se tale percorso viene realizzato in particolare condizione psicologica di stress (anche nel periodo che precede la PMA).
Ne può quindi, derivare nuovamente un lutto a cui segue un periodo di umore depresso sia per entrambi i coniugi che per la coppia stessa.
La donna, principale protagonista di questo percorso rivive ad ogni ricomparsa della mestruazione questo ulteriore fallimento.
E’ importate infatti, che la coppia venga seguita da professionisti psicologi e psicoterapeuti, prima, durante e dopo tale percorso per “alleggerire” i soggetti dalla forte tensione che accompagna il percorso della PMA ed anche per elaborare eventualmente, in maniera sana, il lutto derivante dal possibile insuccesso della terapia medica, intervenendo direttamente sulla causalità dell’evento.
Spesso, non ci sono effettivamente, delle cause organiche che determinano tali difficoltà ed incapacità ma soltando una manifestazione psicosomatica  di stress emotivo e psicologico che si riversa specificatamente nella area della procreazione.
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